lunedì 3 ottobre 2011

Una tappa extra. In Friuli

Non ci basterà un giro di una settimana per cercare i nostri produttori. Anzi, speriamo proprio di no!
La nostra è un po' anche una "scelta di vita, una passione". Quindi ogni momento è buono per andare alla ricerca di cose nuove. Davanti al pc, durante un week end prendendo la macchina, parlando con altre persone appassionate come noi, e in tanti altri modi (leggendo, guardando le locandine in giro per la città, sfogliando vivimilano...i modi sono tantissimi!).

Quindi, dicevamo, week end in giro per produttori. Qualche settimana fa eravamo a Pordenone - la mia città natale - e abbiamo organizzato i due giorni di permanenza iniziando con una colazione alla Pasticceria Peratoner, uno dei posti più storici della città.

 Il cioccolato che fa il mastro cioccolataio Faggiotto è, da almeno una quindicina d'anni (vado a memoria) una vera delizia che si incontra passeggiando sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele - a casa mia, da sempre, lo chiamiamo "corso vecchio".

Ancora più buono, ma per ragioni di gusto, la cioccolata calda rigorosamente senza latte, che dall'autunno in poi scalda le domeniche pomeriggio dei pordenonesi. Un ricordo d'infanzia, una coccola che adesso è possibile riprodurre anche a casa con un preparato in polvere (non ancora testato ma di prossimo acquisto per l'inverno).

Superando lo struscio del sabato mattina in città, ci siamo spostati a Spilimbergo, alla Pasticceria Nova, dove da una trentina d'anni viene prodotta e perfezionata il "Dolce di Spilimbergo": uno scrigno di pasta sfoglia che racchiude una morbida crema di mandorle, cotta per ore e ore nei grandi pentoloni del laboratorio artigianale del signor Zambon.
Che si presenta con pochi, semplici ma entusistici messaggi per farci conoscere il suo prodotto: qui si fa tutto a mano, tutto con grande attenzione e con sensibilità per i tempi, le dosi, i profumi.

Il suo prodotto è conosciuto e spedito un po' in tutto il mondo, come dimostra il lunghissimo elenco di città dove è stato spedito il Dolce, appeso su una parete della pasticceria. E al signor Zambon brillano gli occhi quando ci dice "Me lo chiedono da tutto il mondo, e poi mi mandano i complimenti".

Per Natale ne fanno anche una versione con le casette di pasta di mandorle colorate: una vera delizia anche da regalo, ma ahimé non trasportabile.

In ogni caso Dolce Spilimbergo approvatissimo :)

Ci muoviamo poi verso la montagna, alla ricerca della famosa Pitina della Valtramontina, un insaccato affumicato riconosciuto anche come presidio Slow Food. Avevamo già conosciuto Filippo Bier al Salone del Gusto della scorsa edizione ma visitandolo nel suo laboratorio riusciamo a scoprire altre cose interessanti che non conoscevamo. La chiaccherata ci permette di approfondire la storia della lavorazione di questo insaccato - storico in queste valli. Un processo lungo, anche perché legato alle carni di pecora e capra (che forniscono solo 3 kg di carne in un'ora di lavoro), la cui presenza sostituiva quella di mucca e maiale a causa della caratteristica conformazione delle valli (poco spazio per brucare).
Un tempo, ci spiega Filippo, la pitina era la fonte di carne che accompagnava le famiglie nell'inverno: un pezzetto - con il suo sentone di affumicato - condiva la polenta o la zuppa di acqua e mais con una sorta di "sugo" molto saporito. L'affumicatura avveniva d'estate, mentre gli uomini di casa sconfinavano verso l'Austria a tagliare la legna: tutto attorno al fogolar si mettevano queste piccole "polpette" di carne, che ogni casa faceva a proprio modo, chi con il ginepro chi con il finocchio selvatico.
E durante l'inverno, un po' alla volta, si mangiava.

Oggi è una prelibatezza che viene abbinata ad alcuni piatti fiulani come l'orzo e l'orzotto, oppure cotta con l'aceto. Una produzione difficile anche da far conoscere ma che ci piace inserire nel nostro "paniere", magari per l'inverno.

 Chiudiamo il nostro veloce giro friulano con una piccola chicca, Casale Cjanor: un agriturismo immerso nella campagna vicino a Fagagna che produce in particolare il pestàt, altro presidio di Slow Food (dal 2006), oltre a una serie di interessantissime conserve.
In quello che si può considerare "Friuli pieno", quattro sorelle molto propositive si sono inventate infatti una gamma di confetture e prodotti sottovetro davvero innovativi.
Dalla tradizione del pestat, prodotto tipico fatto di lardo pestato, erbe e verdure usato per condire e insaporire alimenti caldi, qui si possono provare melanzane in olio extravergine di oliva, topinambur in olio extravergine di oliva, peperoni e verdure in agrodolce, peperoni e peperoncini sciroppati. 

 O, ancora, confetture gastronomiche che mi fanno venire l'acquolina solo a scriverle: cetrioli e basilico; pere, timo e pepe; melone e rosmarino, fragole e ortiche, mele e rafano, uva spina nera e menta, goccia d'oro e pelargonium, nashi e zucchine, fichi, pomodoro e dragoncello, caki e alloro, cotogne e salvia, zucca e semi di papavero. Sperimentazioni dallo spirito internazionale che Carolina, una delle sorelle, ci spiega provenire anche dalle sue esperienze all'estero, oltre che alla sua passione per i sapori nuovi, come nel caso dei tomatillos (piccoli pomodori verdi un po' messicanizzanti) o degli esperimenti con il lemongrass.
 Ma le proposte non finiscono qui, perché l'agriturismo alleva anche oche - animale da cortile della tradizione friulana - per produrre ciccioli, petto stagionato e di quando in quando anche qualche prosciuttino.
Il Casale mi piace ancora di più quando scopro che qui si fanno anche percorsi didattici per bambini e corsi di cucina: e sono molti, tra cui un corso dedicato agli Uomini...in cucina!, uno alla cucina con fiori ed erbe, un corso per teen ager, un corso per intolleranti...e se poi ci si stanca, qui è possibile anche dormire.

Uno dei prossimi progetti di Sani&Gaudenti è pensare anche a qualche proposta di ospitalità "speciale": non mi dispiacerebbe iniziare con proposte come questa, che coniuga esperienze legate al gusto con la scoperta di un territorio e delle sue tradizioni.

E se iniziassimo da questo, un luogo che conosco, che amo, e che mi piacerebbe far conoscere anche agli altri amici del gruppo?

Ciaooooo!!!

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